A.C. 4394
Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, lei ha detto che l'accoglienza ha un limite nella capacità di integrazione. Anch'io credo in questo principio, anche noi lo crediamo. E dunque a questo decreto-legge risponde alla necessità di dare risposta ora, subito, al dramma dell'immigrazione, ed in particolare a quello dei rifugiati e di quanti fuggono dai loro Paesi devastati dalla guerra e dal terrorismo, di dare risposte insieme ai diritti e ai doveri. Quando qualcuno, anche in quest'Aula, signor Presidente, poco fa, come il collega Maestri, ci ha accusato, citando i campi di concentramento, di essere spietati forse come gli aguzzini di un tempo, non ha verificato che noi mettiamo al centro di questo provvedimento i diritti. Abbiamo ancora tutti sotto gli occhi le immagini atroci dei bambini siriani di Khan Sheikun, città della provincia nordoccidentale di Idlib, vittime del raid aereo con i gas tossici. Non bisogna aggiungere molte parole per capire cosa spinga verso le frontiere dell'Occidente quel fiume di bambini, di donne e di uomini, che fuggono dalla guerra, che fuggono dalla guerra e dove non ci sono conflitti fuggono dalla fame, seguendo le rotte della disperazione.
Certo, possiamo discutere in quest'Aula - ed è un dovere - delle modalità con cui si legifera nelle Camere, della discussione tra decreto o progetto di legge, possiamo anche stare a guardare, noi preferiamo trovare soluzioni. Si è chiusa la rotta balcanica e, dunque, torna a crescere il flusso del Mediterraneo, come in un terribile e drammatico gioco di vasi comunicanti.
C'è chi vorrebbe alzare muri invalicabili in Europa o respingere in mare chi chiede soccorso in Italia, ma oltre ad essere questo impossibile, come e dove si ferma questo fiume di disperazione? C'è chi protesta e critica in quest'Aula, se si moltiplicano da parte del Governo e del Ministro Minniti - che qui ringraziamo per l'opera che sta facendo con il suo Dicastero - i rapporti e gli accordi con i Paesi del Nord Africa, perché in quest'Aula contemporaneamente ci si accusa di fare poco e poi, quando si fa, ci si accusa di non fare bene o di fare troppo. Per noi, non volere occuparci di questo fiume di disperazione, contemplando insieme i diritti e di doveri, è al di là della nostra natura di essere umani e della nostra cultura.
Signor Presidente, la collega Dadone, concludendo il suo intervento poc'anzi, ha per l'appunto citato il fatto che il decreto del Governo, che abbiamo al voto, ha ricevuto critiche in quest'Aula, sia da sinistra, per essere un decreto, diciamo così, incivile, sia da destra, perché non fa abbastanza.
La verità è che questo decreto ricerca, per l'appunto, la via mediana della contemplazione dei diritti di chi chiede a noi accoglienza, ma anche, come ha avuto modo di dire il Ministro, dei diritti di chi accoglie, dei Paesi dove essi vengono accolti e del nostro Paese.
Sappiamo però che questo significa, per il nostro Paese, per i nostri cittadini, doversi misurare da soli, troppo spesso da soli, in Europa con questa tragedia epocale, che, per la forza di questi movimenti migratori, mette in crisi la nostra stessa società.
Questo provvedimento vuole allora coniugare la molteplicità dei diritti e degli interessi coinvolti, parla contemporaneamente di accoglienza, di integrazione e anche di sicurezza. Ho sentito parlare, anche dal collega della Lega, signor Presidente, della questione della sicurezza.
Prima di entrare di nuovo nel merito del decreto, vorrei ricordare ai colleghi della Lega, che nelle ultime quattro leggi di stabilità, sul tema della sicurezza - come loro sanno bene -, sono stati stanziati quasi 5 miliardi di euro per l'intero complesso della sicurezza del Paese.
Voglio ricordare che in quest'Aula abbiamo approvato, convertito, un decreto antiterrorismo, che è all'avanguardia in Europa. Voglio ricordare a quest'Aula, signor Presidente, signor Ministro, colleghi, che è in discussione, e tra pochi giorni sarà al voto di quest'Aula, un decreto all'avanguardia, un progetto di legge di natura parlamentare all'avanguardia in Europa, per il tema del contrasto alla radicalizzazione islamica del nostro Paese.
Dunque, questa maggioranza, il Partito Democratico, i Governi Renzi e Gentiloni, vogliono e affrontano contemporaneamente, senza scinderli, i problemi dei diritti dell'essere umano e il diritto alla sicurezza.
Voglio ricordare, per ultimo, che questo Parlamento ha approvato, ricevendo i complimenti anche dell'Unesco, una legge per i diritti dei minori non accompagnati. Noi non scindiamo i diritti di coloro che qui vengono per cercare accoglienza dai nostri doveri di organizzare l'accoglienza, secondo ciò che è iscritto nella nostra Carta costituzionale.
Questo decreto prevede misure incisive per definire, con tempi rapidi e procedure efficaci, nel pieno rispetto dei diritti e delle garanzie costituzionali, chi ha diritto di restare e chi deve essere rimpatriato. Rispetto agli attuali tempi medi di esame, di circa due anni, le norme che approviamo oggi permetteranno di valutare rapidamente la domanda di protezione internazionale, superando le attese legate alle lentezze procedurali. Due anni, signor Presidente - e mi rivolgo al collega Maestri -, è un tempo troppo lungo sia per chi richiede asilo sia per chi l'asilo lo concede, sia per chi attende una risposta sia per le comunità che intanto ospitano queste persone. Qui noi parliamo di diritti, onorevole Maestri. Per questo è stata prevista l'istituzione di sezioni specializzate in materia di immigrazione, come ha ricordato la collega Ravetto, anche derivando questa norma da mozioni approvate da quest'Aula; sezioni specializzate in materia di immigrazione, di protezione internazionale, di libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea, nelle quali magistrati - voglio ricordare, signor Presidente, ai colleghi del MoVimento 5 Stelle - dotati di specifiche competenze e ai quali verrà assicurato una formazione continua, come dice il testo del decreto, potranno assicurare una maggiore. Che poi è anche il suo Presidente. Scherzavo. …potranno assicurare una maggiore celerità ai ricorsi giurisdizionali. Con la medesima finalità viene modificato anche il rito processuale applicabile a questo tipo di controversie, sempre perché al centro c'è, contemporaneamente, il diritto di chi chiede e il diritto di chi concede l'asilo. È vero che viene eliminato un grado di giudizio, ma si consente contestualmente la massima emersione della storia personale di chi si trova nella drammatica situazione di dover richiedere la protezione internazionale, di poter far conoscere il proprio dramma e di poter far valere i propri diritti. Per questo è prevista anche l'assunzione di ulteriori 250 unità di personale a tempo indeterminato, da destinare agli uffici delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale della Commissione nazionale per il diritto di asilo.
Nella logica dell'accoglienza diffusa, il decreto-legge prevede anche l'impiego dei richiedenti protezione, su base volontaria, in attività di utilità sociale in favore delle collettività locali. Tale iniziativa prende le mosse anche da numerose esperienze – positive! -, che nel corso di questi anni sono state realizzate in molti comuni italiani.
Quanto all'aspetto legato al contrasto all'immigrazione illegale, sono introdotte norme per accelerare le procedure di identificazione e di definizione della posizione giuridica di cittadini extra Unione europea, nonché misure di contrasto dei trafficanti di uomini e dell'immigrazione illegale. Viene, inoltre, potenziata la rete delle strutture di accoglienza, da una parte, e accoglienza e rimpatri dall'altra, con nuovi, maggiori, investimenti, sia in termini di risorse economiche sia in termini di nuove e qualificate assunzioni di personale. Non si avranno più pochi ed enormi centri di accoglienza, ma strutture di piccole e medie dimensioni, presenti su tutto il territorio nazionale, - ricordo anche - con il controllo di un garante per coloro i quali sono lì ospitati.
Come ha sottolineato correttamente il Ministro Minniti, non ci può essere l'idea di sicurezza, se non è garantita la libertà individuale, così come non c'è una vera libertà, se non è garantita la sicurezza del vivere quotidiano.
Noi non ci nascondiamo - e concludo, Presidente - le difficoltà, ma siamo convinti della necessità di dover coniugare la sicurezza dei nostri cittadini con il diritto alla protezione di chi fugge dall'orrore della guerra, dalle carestie o dalla fame e chiede ospitalità. L'equazione immigrazione uguale terrorismo non regge. Da Charlie Hebdo alla strage del Bataclan, a Londra, a Stoccolma, noi non vogliamo che sia fatta l'equazione tra immigrazione e terrorismo. Vogliamo lavorare sull'integrazione: questo è anche il terreno - e ho finito - su cui dobbiamo battere il terrorismo e non ci stancheremo mai di chiedere all'Europa, su questo, una collaborazione. La paura è un seme pericoloso, che avvelena la società, fa alzare muri e stendere reticolati. Noi non permetteremo che questo avvenga. Per queste ragioni, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico.